mercoledì 6 luglio 2011

Pezzettini

----Messaggio originale----
Da: andreamorniroli@libero.it
Data: 05/07/2011 19.21
A:
Ogg: pezzettino senza pretese

Ciao
ecco un pezzettino molto di pancia su domenica

Domenica ero alla manifestaziione No Tav in Val di Susa. Ci sono andato perchè penso che quella della valle non sia una questione solo di chi la abita ma di tutti e tutte quelle che in questo paese, in questi anni hanno mantenuto vive forme di democrazia dal basso, partecipate e libere, autonome da collusioni, collateralismi, carrierismi politici. Ci sono andato da operatore sociale che da anni lavora sui diritti degli utlimi e dei più fragili perchè penso che i diritti delle pesrone con cui provo a lavorare hanno qualche speranza in più di essere rispettati se la val di susa non verrà saccheggiata dagli istinti selvagi del profitto a cui gran parte della politica si genuflette e si vende. Ci sono andato da cooperatore sociale di una cooperativa sociale che aderisce a Legacoop, con orgoglio ma anche con la vergogna di sapere  che a spingere per le grandi opere ci sono anche le grandi cooperative della lega. Ci sono andato da non violento convinto e ci tornnerei da nonviolento convinto. ci sono andato per affetto a molte e molti che conosco e che in val dui Susa vivono e lottano.
Ci sono stato e ho partecipato al corteo autorizzato tra le migliaia di cittadine e cittadini che sono scesi fino alla centrale di Chiomonte guidati dagli amministratori e da uno striscione tenuto solo da biombi e bimbe con le magliette "meno trenoni più trenini". Il clima era quello dei grandi cortei di Genova, del Forum sociale di firenze, delle tante manifestazioni in difesa dei territori e contro la rapina dei beni pubblici. Un gran meticciato di facce, organizzazioni, appartenenze, culture ma senza nessun tentativo di apparire (se non per qualche eccsiivo piantatore di bandiere), di prendere la testa del corteo.Emozionante l'incrocio e l'intreccio con il corteo che saliva da Chiomonte. Bellissime tra i differenti verdi di abeti, pini e castagni le bandiere No tav.
Ad un certo punto, si arriva ad un bivio con una strada che sale. Un organizzatore invita tutti a proseguire verso il basso di stare nel percorso autorizzato. Molti, moltissimi non ascoltano e salgono verso la frazione di Ramat da cui parton i sentieri nei boschi che arrivano fino al cantiere recintato. Zona, quest'ultima che sarà poi uno dei luoghi dimaggior confronto tra manifestanti e poliziotti. Moltissimi salgono. Non vedo "neri". Vedo giovani, uomini e donne, ciclisti, anziani con barba, scarponi e facce da montanari. Salgono in un nuovo corteo. Sicuramente quattro o cinque mila persone. Con Chiara Sasso, Mary Pazzi, Marco Revelli e qualche altro stiamo un po' nell'indecisione e poi decidiamo di scendere verso la centrale. Quando arriviamo la testa del corteo già si è sciolta, ma moltissmi rimangono li, di fronte alle barriere che impediscono uno degli accessi al cantiere. Molti si mettono a mangiare qualcosa, altri si allungano lungo il torrente che passa, altri ancora occupano un'area picnic. Dall'altra parte del ponte centianaia di poliziotti in tenuta antisommossa ci guardano. Slogan, canti. Molti gridano "andate via"; "giù le mani dalla Val di Susa". Apparentemente calma. Ma man mano che passanio i minuti mi sembra di essere tornato nelle piazze tematiche di Genova segnate da una tensione latente, ma densa, che in qualche modo non ti fa rilassare. Si sentono da lontano e poi sempre più vicini i colpi dei lacrimogeni  che segnalano gli scontri negli altri punti dell'assedio al cantiere. Arriva la notizia che è stata ripresa la baita del presidio della Maddalena ma negli stessi momenti la gola inizia a bruciare per il fumo dei lacrimogeni che incomincia a velare l'aria nonostante gli scontri siano ancvora lontani. Passa il tempo, noi di qua i poliziotti di la. Non si sa bene che fare. Arriva Grillo a fare il suo comizio. Dice la  famosa frase sugli eroi. Ma non è quella a darmi fastidio, sono le sue modalità. Ma non è questo l'importante. Ad un certo punto partono un po' di azioni simboliche. Un ragazzo riesce a fare due passi dentro al cantiere e subito scappa. Dai prati dietro ai poliziotti si vedono spuntare, molto probabilmente passati dal torrente, tre ragazzi che sventolano le bandiere no tav. Ovazione del popolo al di qua delle barricate che per altro, dopo qualche istante, si mette a fare il tifo perchè i tre scappano inseguiti da decine di carabinieri (non so che fine abbiano fatto). Ad un certo punto appare una corda con la quale si imbraga la barriera esterna (una grata di ferro con il filo spinato) e si inizia a tirare, in tanti tirano: donne e uomini; montanari e ragazzi dei centri sociali. Ad un scerto punto parte della pria rete viene giù.....Applausi......ci si ferma li e poi dietro c'è una cancellata in verde di ferro che neanche viene toccata. A quel punto all'improvviso partono i lacrimogeni. Lanciati da cattivi. I primi sulle prime file gli altri più indietro di cento metri, così per qualche minuto tutti sono costretti a stare nel fumo. Tutti opiangono qualcuno sputa o vomita. Vnegono fuori limoni, gocce di plasil, fazzoletti, taniche di acqua e limone, occhialini da piscina, maschere da mare, alcune maschere antigas....proviamo  ariavvicinarci....altra pioggia di lacrimogeni....Ancora un tentativo, altra pioggia...E così via per più di un'ora. Alla fine la maggioranza dellle persone, quelle meno atrezzate se ne vanno. Le famiglie erano già andate via ai primi sentori di lacrimogeni. Mentre risalgo facendo il percorso del corteo al'indietro vedo arrivare un gruppo di ragazzi organizzati: caschi, maschere che scendono verso le barriere. Alcuni di loro parlano con forte accento piemontese, altri in dialetto.....Li vedo passare tra molti della valle, soprattutto anziani che li applaudono. "Meno pietre più persone" era uno degli slogan dei no tav in preparazione della manifestazione. La polizia ha fatto di tutto fin dall'inizio per mandar via le persone e arrivare al confronto fisico con chi era più attrezzato per resistere all'aggresione. Il progetto era chiaro: delegittimare, dividere, accusare, reprimere, sapendo che la gran parte dei mass media sarebbero stati complici e artefici della disinformazione, come regolarmente è avvenuto. Per fortuna i video stanno girando e la verità si può vedere facilmente su you tube e in rete. Per fortuna il movimento ha rivendicato. Per fortuna a tutti quelli che c'erano è stato chiaro chi era l'agressore e chi l'aggredito. Per fortuna il movimento ha detto che l'assedio al cantiere continuerà e per quel che mi riguarda cercherò di esserci il più possibile.



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